Concorso giovani autori




XVIII BIENNALE DI POESIA DI ALESSANDRIA – 2016
Premio Giovani Autori – XV edizione (2016)
biennaledipoesia@libero.it


La Biennale di Poesia di Alessandria promuove il XV Premio Giovani Autori, di ogni lingua e nazionalità in età fino ai 35 anni compiuti, partecipanti con una silloge inedita.

La silloge vincitrice sarà pubblicata da puntoacapo Editrice interamente a proprie spese; l’Autore riceverà n. 10 copie del volume, che sarà presentato nell’ambito della XVIII Biennale nel settembre 2016.
È facoltà della Giuria di proporre ulteriori sillogi per la pubblicazione, con le stesse modalità. Non saranno fatte altre proposte di pubblicazione che includano richiesta di contributo.

A giudizio insindacabile della Giuria potranno venir considerati, oltre all’opera vincitrice, anche altri testi di partecipanti per inclusione nel sito, nel blog della Biennale e negli Atti della manifestazione. Il vincitore ed eventualmente altri autori saranno invitati, senza oneri per l’Organizzazione, ai momenti pubblici promossi nel corso dell’anno.
 
Faranno parte della commissione giudicatrice autorevoli critici e poeti, ai quali spetterà di indicare il prefatore della pubblicazione messa in palio.


Modalità di partecipazione e adempimenti

Ogni autore dovrà presentare se stesso con un breve curricolo, sottoponendo alla commissione da dieci a venti testi poetici da dichiarare con firma come inediti (anche sul web). In calce al curricolo dichiarerà il possesso del requisito anagrafico, i recapiti (indirizzo postale, e-mail, cellulare, telefono fisso), la liberatoria alla pubblicazione eventuale, nonché l’autorizzazione per i dati personali forniti. Dichiarerà, inoltre, di aver provveduto al pagamento della quota di partecipazione.

Curricolo e testi poetici dovranno pervenire esclusivamente via e-mail, con allegato in unico file, entro e non oltre il 31 Agosto 2016 al seguente recapito: biennaledipoesia@libero.it

È richiesto, quale unico contributo alle spese organizzative, il versamento di € 20,00.

IBAN per il bonifico: IT47 O 05584 10400 000000048471

CIN O ABI 05584 CAB 10400 Conto n. 000000048471

Coordinate internazionali:
BICBPMIITMMXXX

Intestatario del rapporto:
34499270 BIENNALE DI POESIA DI ALESSANDRIA

Causale: Premio Giovani Autori 2016


La Biennale di Poesia di Alessandria fu fondata nel 1981da Giorgio Bárberi Squarotti e Gian Luigi Beccaria. È attualmente presieduta e coordinata da Aldino Leoni ed Elvira Mancuso, con la direzione artistica di Mauro Ferrari.
Per informazioni sulla storia, l’attività presente e per aggiornamenti sul Premio Giovani Autori 2016:
puntoacapo Editrice (www.puntoacapo-editrice.com) è, nelle sue varie Collane, Casa editrice di riferimento per la poesia. Pubblica l’Almanacco Punto della poesia italiana, giunto al VI numero.


 

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XIV CONCORSO PER STUDENTI E GIOVANI AUTORI (2014)


GIOVANI AUTORI SELEZIONATI



Giulia Bassoli (Carpi)



Cielo che sereno piovimi…


Ti lascio piovere, cielo.
Non sei simpatico per nulla,
che tu lo sappia.
Se non ora, quando?
Sarà quando sarà sereno.
Se proprio devi continuare a farmi piovere
Piovimi in testa, cielo.

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Federico Carle (Fossano)


Fino allo schianto



Oggi del polline ha inseminato

il mio libro di poesie,

poi si è infilato fra le dita,

negli interstizi, nel vuoto

colmandolo di vita.

Ha insistito schiacciato su una ciocca

di capelli, ha cercato – non trovandolo –

affannandosi, il suo sostràto.



Era un danza,

una festa sciocca.

Stanco ha attecchito

lasciando un invito:

amo il mondo, nel vento

fino allo schianto mi dono

anche un po’ del tuo destino

– per te, con te – io sono.

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Gabriele Sebastiani (Velletri) 


 Residui del nulla



Cammino dove camminarono

gli antichi progenitori e i moderni

e gli intenti risorgimentali, e lago

di sangue si è fatto mare oceano

di carneficine, probanti indizi

l’atto di autodistruggersi.

E altro canto ha il verzellino

che affoga sulla melma, altro passo

il soldatino che sbilancia fra i rottami,

altra effige lo zecchino che si scioglie

coi ghiaccioli: presentimento

o sintomo di un virus in eccedenza,

di egoismo escandescenza umano

nei passaggi nei voltaggi

nello spoglio del granaio,

che l’orma primigenia anche annienta

e non si arresta, la resa dei superstiti

è servita e non si cheta.

Camminavamo dove camminarono

e le peste sono infrante affrante l’anime.

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Autori Segnalati


Federico Capra (Alessandria)

GIOVANI “SPERANZE”


Si ammassano sghignazzanti,
svuotati di ogni interesse,
davanti al portone della vita.
Incapaci di emergere
da una massa informe
di carne purulenta e corrotta,
cercano una scorciatoia
per una celebrità effimera,
vuota…
Figure irreali,
fantasmi di uomini
vengono vissuti
da una vita non guadagnata,
ma stordita dai dolci vapori alcolici
o da qualche esotica droga.
Chimerico paese dei balocchi…
Non lascia scampo
all’italico futuro
di giovani inebetiti.
  


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Mara Ferrari (Alessandria)

Questa vita non è un albergo

La mia vita
Non è più
Un albergo
Dove entrare
E da dove
Uscire
A piacimento
Fino a questo momento
È stata
Una locanda
Un residence Un’osteria,
Un hotel prestigioso
Per qualcuno
Un misero ostello
Per qualcun altro…
Da oggi in poi
Non ci sarà
Più posto
Per chi intende uscire
All’improvviso
Senza fare ritorno
A forza di riservare
Stanze nel cuore
Si rischia
Il fallimento
Dei celebri Tartari
Il deserto…
Oggi
La mia vita
Affitta camere
solo poche stanze
Ma almeno
Per una volta
Per la prima volta
Rischio
Il tutto esaurito

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Angela Mori (Catania)

La pazza


Ho visto una pazza
Andare in giro nuda
Mentre rideva di atei sorrisi;
Sfidava il fresco ottobre
Coperta solo delle sue vergogne.
Goffe movenze,
Quasi abominevoli i capelli arruffati,
Come velli di gatti neri
Nati dalla bocca dell’inferno.
Grassa la pazza,
Come chi non ha un solo giorno
Patito la fame.
Ho visto la pazza
Correre allegra in piazza,
Dove straniera gente
La guardava divertita
Mentre le sue braccia
Lasciava danzare in aria
Che parevano grosse bandiere chiare,
Flaccide senza vento giovane a pomparle,
Nel mare dell’età’ che avanza.
Ho visto la pazza correre,
Mentre camici candidi la inseguivano,
Prima di cadere,
Sullo scuro marciapiede,
Come un tronco spianato da un fulmine,
O un peculiare, insolito volatile
Colto in volata da un tiro funesto.
Ho udito la pazza
Supplicare pietà,
Perché la libertà era bella
prima di assopirsi
Con un riso sedato sulle labbra,
Tra la gente che la accerchiava,
Ridacchiava e non capiva.


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Cristina Silvia Pellicone (Reggio Calabria)

Mia sovrana

Fluorescente e superba apparisti
misteriosa cariatide del cielo sospeso.
Baciarti vorrei
oh infuocata ancella di Zeus.
Avvicinati secolare regina,
Per te le nubi si commuovono
intonando canti altisonanti.
Buferati e tempestosi
I sogni si arrampicano
su torri di seta annuvolata
e tu, sul trono
mi guardasti,
La mia anima ti appartenne.


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Lara Santini (Civitanova Marche)

BAGAGLI DI RICORDI



Emozione senza nome
unica, come raro campione.
Minuti ricordi tangibili
raccontano storie più grandi;
le conosco,
eppure ascolto
bambina in balia di una fiaba.

Nel giorno del cambiamento
credo alla rinuncia come facile scelta.
Emerge, finora soffocato
il bisogno che mi segua
ciò che m’appartiene.

Frammenti di vita
mi scorteranno in un viaggio di sola andata:
alcuni parleranno
a nuovi spettatori
curiosi ed ignari,
altri si nasconderanno
fino a quando
conchiglie nella sabbia
si lasceranno accarezzare da un’onda nostalgica.


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Eros Zanone (Pozzolo Formigaro)

SOGNATORI


Si!
Evviva i sognatori,
quindi
evviva ognuno di noi,
perché almeno
una volta nella vita
tutti sono stati sognatori
e tutti
sono stati il sogno di qualcuno.
C’è chi sognava da bambino,
chi da adulto
e chi
non ha mai smesso di farlo.
Ecco,
gli ultimi li riconosci
hanno quel velo di tristezza,
solitudine,
speranza negl’ occhi
e non s’arrendono mai,
un po’
come se andassero dietro a qualcuno
che non si accorge della loro esistenza,
perciò
devono farsi notare
e combattere.
Evviva i sognatori,
perché sono loro
che costruiscono il futuro,
perché almeno,
loro
in qualcosa credono.
Sogna sognatore
che tanto non è fatica
dicono,
ma chi lo dice
ha dimenticato come si sogna,
o non ci crede più,
hanno dimenticato
che sognare distrugge il cuore,
pian piano
e ci vuole forza
per camminare su un ponte in bilico.
Il vero sognatore
non muore mai,
vivrà sempre nel suo sogno ereditato.
Sogna sognatore,
tu che puoi,
tu che hai ancora quella scheggia di follia,
sogna
e combatti……
tu che puoi.
Non guardate,
dentro l’anima di un sognatore
a meno che
non vogliate restarci
perché è tempesta,
che desidera solo essere calmata.
  
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XIII CONCORSO PER STUDENTI E GIOVANI AUTORI (2012)
Giovani autori selezionati:
Federico Carle (Fossano, CN)
Roberto Gennaro (Serra Riccò, GE)
Lorenzo Zeppegno (San Mauro Torinese,TO)




Federico Carle

ALLE MIE VENE

Penso alle mie vene
che cambiano con l'esercizio;
come fiumi in piena
nella stagione buona
devìano, si assottigliano,
nei meandri muoiono:
in raggi di una mano
o vuoti pneumatici – mentali – d'uno
strano silenzio, quasi di lacuna.
Come sono – forse –
lo possono dire i solchi,
le pieghe delle giunture
o le congiunzioni astrali –
per chi ci crede.
Ma per chi non crede a nulla,
vi dico io chi sono,
vi dico io chi siete:
una goccia
nel mare.
Uno spettacolo marginale,
ma che sarebbe un vero peccato
sprecare.



Roberto Gennaro

IL NAVIGANTE
(San Vito Lo Capo (TP), 28 agosto 2012)

Ora anche tu conosci questo mare.
Hai mescolato le sue acque con la tua rugiada
e paziente hai sgranato la rena
nell'attesa che tornassi.
Sono stato qui accanto,
anche se lontano.
Negli occhi solo scorci
e non di cielo,
tra le mani altro tempo,
mentre solo il nostro cercavo.
Così alterno, nelle ore di ora e di allora
ti ho vista crescere,
tra le luci e le ombre
e sulla rupe, mentre fissavi le onde
ti ho sentita capire
che noi e solo noi ne siamo il destino
che solo noi siamo il Faro.
Ora anche tu conosci questo mare
e meraviglia è da te imparare
nella mia notte, a navigare.



Lorenzo Zappegno

cos'ho provato
quand'ero nudo
disinibito?
Forse un sogno bislacco,
una fantasia sfuggente;
non serviva un alfabeto
per essere capito,
ma una musica attraente
spontanea come un frutto,
lontana dalle apparenze
mistificatrici;
c'eran poi le chiavi
delle parole, celle dorate,
oscure meretrici
e spesso ottime attrici
per chi meglio sa sfruttarle;
bastava uno sguardo:
l'iride trasparente
come un vetro
mostrava l'essenza della gente
e ciò che ci sta dietro.




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